Informazioni Cappelle Medicee

Cappelle Medicee
Indirizzo, Piazza Madonna degli Aldobrandini, 6, Firenze

Biglietto:
Intero o Ridotto (valido per cittadini europei tra i 18 e i 25 anni)
Gratuito (valido per cittadini europei sotto i 18 anni e sopra 65; gruppi di studenti su prenotazione)

Servizi:
Ingresso per disabili, museo dotato di dispositivi per disabili
Bookshop, all’ingresso del museo
Audioguide in italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, giapponese.
Guardaroba, servizio gratuito e obbligatorio per i seguenti oggetti: ombrelli, zaini e borse grandi .

Descrizione Cappelle Medicee

Le cappelle medicee, costruite quale luogo di sepoltura della famiglia Medici, sono oggi un museo statale di Firenze, ricavato da alcune aree della basilica di San Lorenzo.

Gli ambienti ai nostri giorni conosciuti collettivamente come "cappelle medicee" sono stati costruiti, tra il XVI e il XVII secolo, quale estensione della basilica brunelleschiana allo scopo di celebrare la famiglia de' Medici.

Già nel 1429, nella sagrestia di San Lorenzo (oggi nota come "sagrestia Vecchia") si celebrarono le esequie solenni di Giovanni de' Medici, banchiere e benefattore del sacro edificio, le cui case si trovavano a pochi passi, all'incrocio fra la Via Larga (l'attuale via Cavour) e via de' Gori (nello stesso luogo sorse successivamente il palazzo Medici opera del Michelozzo). Nel 1464, Cosimo de' Medici, figlio di Giovanni, primo signore de facto di Firenze, moriva e veniva sepolto in una cripta sotterranea, posta in un pilastro esattamente al di sotto dell'altare centrale della basilica.

Da allora San Lorenzo divenne il luogo di sepoltura dei componenti della famiglia Medici, tradizione proseguita, salvo alcune eccezioni, fino ai granduchi e all'estinzione della casata. Tale usanza venne anche ripresa, per analogia, dai successivi membri della dinastia Lorena, usando i sotterranei della basilica per le proprie sepolture.

Le cappelle medicee sono oggi un museo, al quale si accede dal retro della basilica, in piazza Madonna degli Aldobrandini.

Le due parti principali che si visitano sono prolungamenti dell'abside della basilica: la Sagrestia Nuova, edificata da Michelangelo dal 1519 in un decennio circa, e la grande cappella dei Principi, del secolo successivo, completamente ricoperta da marmi e pietre semi-preziose dove sono sepolti i granduchi di Toscana e i loro familiari; inoltre fanno parte del percorso alcune sale della cripta (ideata dal Buontalenti) sotto la cappella dei Principi, dove sono situate la biglietteria e la libreria e talvolta sono realizzate esibizioni temporanee.

A partire dal 2004 si stanno svolgendo degli esami sulle spoglie dei Medici per far luce su alcuni punti oscuri della loro storia familiare. Fra i primi ritrovamenti ancora inspiegati, la salma di un neonato sconosciuto, forse il figlio illegittimo di un personaggio di famiglia.

A quattrocento anni dalla morte di Ferdinando I de' Medici (7 febbraio 1609), il Museo delle cappelle medicee ha a lui dedicato una mostra curata dalla direttrice Monica Bietti e da A. Giusti. L'esposizione ha toccato due momenti importanti della vita del granduca: le nozze con Cristina di Lorena nel 1589 e la costruzione del ciborio della cappella dei Principi per onorare i suoi predecessori.

Il Museo delle cappelle medicee ha celebrato nel 2012 il primo papa di casa Medici, Leone X, a cinquecento anni dalla sua elezione al soglio pontificio. La mostra, curata da Nicoletta Baldini e Monica Bietti, ha esaminato l'intera vita di Giovanni - secondo figlio di Lorenzo il Magnifico - dalla nascita fino all'elezione a nuovo papa con il nome di Leone X, comprendendo anche l'incontro con Michelangelo. Vennero esposti anche capolavori del Ghirlandaio, dei Della Robbia, di Perugino, Raffaello, Michelangelo, Sansovino ma anche opere d'oreficeria e codici miniati.

La cappella dei Principi

Lo sfarzoso ambiente ottagonale è largo 28 metri ed è sormontato dalla cupola di San Lorenzo, che raggiunge un'altezza di 59 metri, la seconda per maestosità in città dopo quella del Brunelleschi.

Fu ideata da Cosimo I, ma la sua realizzazione si deve al suo successore Ferdinando I, che incaricò, quale responsabile della fabbrica,, l'architetto Matteo Nigetti, 1604 su disegno di Don Giovanni de' Medici, fratello dello stesso granduca. Lo stesso Buontalenti intervenne modificando in parte il progetto.

Lo sfarzo abbagliante è dato dai ricchissimi intarsi in commesso fiorentino, per la realizzazione dei quali fu creato l'Opificio delle pietre dure. Questa arte, tuttora praticata soprattutto nella decorazione di mobili e vasi, trovò qui il suo apice, anche se il tono funebre dell'opera fece scegliere i colori più smorzati e cupi con porfidi e graniti. Nella zoccolatura invece si usarono pietre dure più colorate, nonché la madreperla, i lapislazzuli e il corallo per riprodurre gli stemmi delle sedici città toscane fedeli alla famiglia dei Medici.

Nelle nicchie sarebbero dovute entrare le statue dei granduchi, anche se furono poi realizzate soltanto quelle per Ferdinando I e Cosimo II, opere entrambe di Pietro Tacca eseguite tra il 1626 ed il 1642.

Gli altri sepolcri granducali appartengono a Cosimo I (1519-1574), Francesco I (1541-1587) e Cosimo III (succeduto a Ferdinando II, 1643-1723). Al centro dell'atrio, nelle intenzioni dei committenti, doveva trovarsi il santo Sepolcro, sebbene i vari tentativi di comprarlo o rubarlo a Gerusalemme fallirono.

I sarcofagi sono in realtà vuoti e le vere spoglie dei granduchi e dei loro familiari (una cinquantina fra maggiori e minori) fino a Anna Maria Luisa de' Medici (ultima erede della dinastia, 1667-1743), sono conservate in semplici ambienti nascosti dietro le mura, nella cripta del Buontalenti.

Da dietro l'altare si accede ad un piccolo vano dove sono esposti altri preziosi reliquiari, alcuni dei quali donati alla città da Leone X.

La Sagrestia Nuova

Edificata da Michelangelo a più riprese tra il 1521 ed il 1534, vi si accede da un corridoio dalla Cappella dei Principi, mentre la porta che permette di entrare nella basilica oggi è chiusa.

Commissionata da Papa Leone X e dal cardinale Giulio de' Medici (futuro Clemente VII), Michelangelo Buonarroti la realizzò partendo dalla stessa pianta della Sagrestia Vecchia del Brunelleschi e divise lo spazio in forme più complesse, con archi trionfali che si aprono su delle specie di absidi. Incassati nelle due pareti laterali realizzò i sepolcri monumentali dedicati a Giuliano de' Medici duca di Nemours e suo nipote Lorenzo de' Medici duca di Urbino, per i quali scolpì tre sculture ciascuno: le Allegorie del Tempo, adagiate sopra i sepolcri, e i ritratti soprastanti dei Duchi. Per la tomba di Giuliano de' Medici, seduto in fiera postura, scelse il Giorno e la Notte; per quella di Lorenzo, in posa malinconica e pensierosa, il Crepuscolo e l'Aurora.

Entrambe le statue guardano verso il centro della cappella dove Michelangelo realizzò e pose una Madonna con Gesù in grembo. Volgendo il loro sguardo alla rappresentazione sacra i duchi esprimono le inclinazioni religiose dell'artista, secondo il quale, quando le glorie terrene passano, solo la spiritualità e la religione riescono a dare sollievo alle inquietudini degli uomini. Completano il corredo le statue dei Santi Cosma e Damiano, di seguaci di Michelangelo.

Sotto l'altare sono sepolti anche Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano de' Medici, per i quali non ci fu mai il tempo per costruire una sepoltura monumentale: nel 1534, infatti, Michelangelo partì definitivamente da Firenze e lasciò l'opera incompiuta.

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